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Vini

Moscato Piemonte D.O.C.
VITIGNO: Moscato bianco
DESCRIZIONE: Colore paglierino o giallo dorato più o meno intenso; profumo caratteristico dell'uva moscato; sapore dall'aroma caratteristico talvolta frizzante
GRADI: 10.5

Monferrato Freisa D.O.C.
VITIGNO: Freisa (min 85%) vitigni a bacca rossa non aromatici raccomandati o autorizzati per le province di Asti e Alessandria (max 15%)
DESCRIZIONE: Colore rosso rubino talvolta tendente al granato; profumo caratteristico e delicato; sapore asciutto e amabile, amarognolo, talvolta vivace
GRADI : 11.0

Monferrato Chiaretto D.O.C.
VITIGNO : Barbera e/o Bonarda Piemontese e/o Cabernet franc e/o Cabernet sauvignon e/o Freisa e/o Grignolino e/o Pinot nero e/o Nebbiolo (min 85%), altri vitigni non aromatici raccomandati o autorizzati per le province di Asti e Alessandria (max 15%)
DESCRIZIONE: Colore rosato o rosso rubino chiaro; profumo vinoso, delicato, gradevole; sapore asciutto e armonico
GRADI : 10.5

Dolcetto d'Ovada D.O.C.
Nell'Ovadese la coltivazione della vite ed in particolare del Vitigno Dolcetto è sicuramente secolare. Questo vitigno ha caratterizzato da sempre i vigneti della zona, al punto di essere stato anche definito Uva di Ovada, o, dai naturalisti, Uva Ovadensis.
L'espansione della vite nell'Ovadese fu però sempre limitata dalla presenza di boschi e di altre colture, solo agli inizi dell'Ottocento la viticoltura ebbe una notevole espansione anche grazie all'aumento dei prezzi che ne consigliarono la coltivazione.
Il nome Dolcetto non deve far pensare ad un vino dolce, deriva infatti dal termine dialettale 'dusset' che significa dosso o collina.
Pur avendo caratteristiche atte all'invecchiamento, è un vino di pronta bevibilità e le moderate acidità totale e gradazione alcolica ci danno un vino particolarmente ricercato per la sua adattabilità gastronomica.
Nel 1972 il Dolcetto d'Ovada ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata ed oggi esistono in Piemonte sette diverse zone D.O.C. per il Vitigno Dolcetto. Più volte al Dolcetto d'Ovada sono state riconosciute caratteristiche tali da indicare l'Ovadese come zona ottimale per la coltivazione di questo vitigno.
Nel 1987 nasce il Consorzio di Tutela del Dolcetto d'Ovada. La garanzia di qualità viene riconosciuta da un apposito marchio che viene rilasciato ai Soci solo dopo una accurata analisi di laboratorio e degustativa da parte di una commissione tecnica.
La zona di produzione del Dolcetto d'Ovada comprende il territorio di 22 Comuni in Provincia di Alessandria con epicentro Ovada. L'area è prevalentemente collinare e si snoda attorno al corso del fiume Orba.
Il territorio è costituito in gran parte da colline a forte pendenza, con terreni aridi, magri, fangosi, provenienti dalla disgregazione di rocce tufacee-calcaree, appartenenti all'antico terziario. Sono i terreni che danno i prodotti più fini, i vini più profumati e di qualità.
I Comuni sono: Ovada, Belforte Monferrato, Bosio, Capriata d'Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d'Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Parodi Ligure, Prasco, Roccagrimalda, San Cristoforo, Silvano d'Orba, Tagliolo Monferrato, Trisobbio.

Cortese Piemonte D.O.C.
VITIGNO :Cortese (min 85%), vitigni a bacca di colore analogo raccomandati o autorizzati per le singole province di appartenenza
DESCRIZIONE: Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; profumo delicato, gradevole, persistente; sapore fresco, secco, piacevole
GRADI: 10.0

Cortese Alto Monferrato D.O.C.
Questo e' un vino piemontese assai diffuso in provincia di Asti, soprattutto sulla sponda destra del Tanaro nel territorio dei seguenti Comuni e in alcune zone dell’Alto Monferrato.
Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano Oliveto, Moasca, Sessame, Vesime, Roccaverano, Rocchetta Tanaro, Mombercelli, Belveglio, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Vichio, Vaglio Serra, Montaldo Bormida, Trisobbio, Carpeneto.
Dalle uve Cortese si ottengono vini tranquilli, talora freschi e leggeri, oppure di maggiore struttura, personalita' ed eleganza di colore paglierino chiaro con riflessi verdolini. Il sapore e' asciutto, armonico, gradevolmente amarognolo, di pronta beva completato da un profumo delicato, molto tenue ma persistente. Servito fresco (8-10 gradi) e adatto come aperitivo, con gli antipasti di mare, gli antipasti freddi e il pesce.

Chardonnay Piemonte D.O.C.
VITIGNO: Chardonnay (min 85%), vitigni a bacca di colore analogo raccomandati o autorizzati per le singole province di appartenenza
DESCRIZIONE: Colore paglierino chiaro con sfumature verdognole; profumo leggero e caratteristico; sapore secco, vellutato, morbido e armonico

Brachetto Piemonte D.O.C.
VITIGNO: Brachetto (min 85%), vitigni a bacca di colore analogo raccomandati o autorizzati per le singole province di appartenenza
DESCRIZIONE: Colore rosso rubino più o meno intenso, talvolta tendente al rosato; profumo caratteristico, con delicato aroma muschiato; sapore delicato, più o meno dolce, talvolta frizzante
GRADI: 11.0

Barbera Piemonte D.O.C.
Rosso rubino intenso con riflessi leggermente violacei, secco, aromi di fiori (rosa canina-violetta) di frutta rossa e di cuoio,abbastanza morbido, molto fresco di acidità, poco tannico, caldo di alcool e di corpo.
Abbinamento cibo-vino
Vitello tonnato, canelloni, lasagne al forno, pollo alla diavola.
Temperatura di servizio
Servire a 18°C. circa.

Barbera del Monferrato D.O.C
Il termine barbera sembra derivare dal latino albuelis (alba, altura), un vitigno che secondo gli esperti prediligeva le colline. Sicuramente originario del Monferrato, tale vitigno e' oggi ampiamente diffuso in tutto il territorio provinciale, denominatore comune di una terra particolarmente vocata alla produzione delle due varieta': Barbera d'Asti d.o.c. e Barbera del Monferrato d.o.c. E' un vasto territorio collinare dell'era Terziaria formatosi un milione di anni fa per sedimentazione di un antico mare (testimoniano gli incredibili fossili del parco di ValleAndona e Valle Botto). Privo di formazioni rocciose, tale suolo a prevalenza calcareo-argillosa con presenze di sabbia accompagnato da un clima temperato freddo costituisce l'ambiente ideale per la vite.
E' comunque indiscutibile che la fascia che va da Costigliole a Nizza Monferrato, passando per Montegrosso, Agliano, S.MArzano Oliveto, Vinchio, rappresenta la culla di questo vino astigiano per eccellenza. Un vino a lungo considerato rustico e popolare che ormai sa confrontarsi con i grandi del mondo, avendo conquistato mercati importanti dal centro europa agli Stati Uniti.
Vinificazione: la Barbera esiste in due versioni, la "tradizionale" e la "vivace", leggermente piu' frizzante. Il vino resta a maturare in botti di rovere piu' o meno a lungo e si affina in vetro prima del consumo. Ultimamente, si sono diffuse le barrique, botticelle nuove in rovere da 225 litri, che conferiscono al vino una caratteristica nota di vaniglia. Per la suddetta varieta' "vivace", si anticipa la svinatura in modo da interrompere la fermentazione in presenza di un residuo zuccherino naturale che fermentera' in primavera generando le bollicine. Le Barbere "tradizionali" sono conservabili bene a differenza delle "vivaci" che sono di pronta beva. La possibilita' di immettere immediatamente al consumo il vino finito a poca distanza dalla vendemmi, si presenta di grande interesse commerciale.
Le caratteristiche salienti del Barbera d'Asti d.o.c. e del Barbera del Monferrato d.o.c. si somigliano molto; lasciamo a voi appassionati la scoperta delle raffinate differenze.
In generale:
Servizio: va servito in bicchieri a calici a tulipano; in estate alla temperatura di 14°C (giovane), 16°C (invecchiato) e in inverno rispettivamente 16°C e 18°C. Abbinamenti: salumi, bagna cauda, agnolotti, formaggi molli o semiduri, carni bianche; arrosti, bollito. Invecchiamento minimo: qualora il vino sia ottenuto da uve aventi una gradazione alcolica minima naturale di 12.5 gradi e' sottoposto ad un 'invecchiamento non inferiore ad 1 anno (con un minimo di 6 mesi in botte di rovere), in modo da portare in etichetta la qualificazione di "superiore". Una curiosita': la Barbera in piemontese e' sicuramente femminile, ma altri illustri letterati sono di parere contrario (Carducci, De Marchi). I linguisti affermano: femminile l'uva, maschile il vino ma le teste quadre degli astigiani insistono con "la barbera" sia per l'uva che per il vino.