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Cartoline di Villa Botteri

Vedi cartoline di Villa Botteri e di Trisobbio.

Villa Botteri è una piccola, ma la più importante, frazione di Trisobbio distante dal nucleo abitativo centrale circa tre chilometri, e a pochi chilometri da Rocca Grimalda.

Le prime notizie sull’entità della popolazione trisobbiese risalgono al 1571 con 512 abitanti; nel 1604 , siamo a 626 unità. Non si hanno notizie certe della metà del 700, ma dai Bandi Politici di questo periodo,conservati nell’Archivio Comunale si desume che la popolazione doveva constare di molte più delle 600 unità, per arrivare al 1861 con una popolazione di 1495, nel censimento effettuato in Italia il 31 dicembre dopo l’Unità d’Italia ; nel 1880 la popolazione sale a 2000 abitanti.

È da desumere che anche la popolazione di Villa Botteri segua queste oscillazioni, causate tra l’altro dalle varie vicende storiche che intercorrono nei secoli e dalle varie crisi economiche a cui, centri basati su un’economia prettamente agricola come lo fu Trisobbio nei secoli passati, dovettero adeguarsi.

È cosa certa però che in passato questo piccolo gruppo di case doveva rivestire un’importanza maggiore di quanto non ne abbia oggi e che fosse più popolato.

I Bandi Politici prima citati, cioè 30 capitoli in cui il Sindaco,Tommaso Dalla Valle, delibera una serie di “Regolamenti Politici per il buon governo del Pubblico”, furono approvati dal Consiglio comunale il 27 marzo 1748, ma poi non applicati, con la motivazione della mancata sottoscrizione degli intervenuti alla deliberazione.

Nel 1745 Acqui, Visone, Morsasco, Cremolino, e Trisobbio vennero occupate dalle truppe francesi. La loro lunga permanenza in Trisobbio, almeno fino alla pace di Aquisgrana del 18 ottobre del 1748, portò certamente anche nel nostro Monferrato, i riflessi della cultura politica francese. Il ritorno del territorio sotto il governo di Carlo Emanuele III di Savoia e poi sotto il governo conservatore di Vittorio Amedeo III nel 1778 costituì un’opportunità per la dismissione dei Bandi Politici, messi poi in vigore nel 1792, quando già la Francia ha dichiarato guerra all’Austria e si prevede l’espandersi del conflitto, pensando a quanto graveranno gli oneri maggiori della nuova situazione politica.

Il Sindaco approfitta della situazione per un intervento socio economico a favore di elementi del ceto popolare, portando da due a tre libbre di pane il compenso per l’opera prestata dai lavoranti che provvedono alle pubbliche strade.

Il primo capitoli dei Bandi è il seguente:

“Che alcuna persona di questo luogo ed abitante, non possa farsi lecita, tanto direttamente che indirettamente, di cuocere pane in altro forno, e si serva di quello della Comunità, sotto pena di lire due par cadauna volta e per cadun contravventore. Qual pena però non avrà luogo contro li particolari della villa de’ Botteri e delle Cassine, in occasione faranno cuocere il pane per loro uso solamente, rapportata però che abbiano la loro licenza in iscritti dal signor Sindaco di Comunità in principio d’ogni anno: in difetto di cui incorreranno nella stessa pena.”

Come era usanza in Monferrato, sino al tempo della seconda guerra mondiale, la maggior parte delle famiglie si confezionavano in pane in casa, con la propria farina. I Bandi decretano che tutti dovessero portarlo però al forno pubblico, obbligo al quale erano esentati gli abitanti della Villa i quali avevano un proprio forno,cosa non da poco per l’epoca. È ancora nella memoria di tutti il forno di Villa Botteri, funzionante fino agli anni 60.

Sempre nei Bandi non mancano i provvedimenti per le strade pubbliche, sia in Trisobbio che nei borghi attigui (Villa Botteri e le Cascine), “che non devono venir ingombrate con pietre, legnami letame o altro materiale” .

E ancora: “chiunque può esercitare il commercio all’ingrosso dei commestibili, vale a dire di non minore quantità di mezzo rubbo”, essendo il rubbo un’antica misura italiana di capacità del valore tra gli 8 e 9 chilogrammi.

Ed effettivamente Villa Botteri, ha il suo commestibili: nell’Archivio Parrocchiale di Trisobbio è conservata la richiesta del 1892, all’Intendenza di Finanza della popolazione di Villa Botteri e zone limitrofe per un’azienda di Sali e Tabacchi da aprirsi in detta Villa, considerato che l’azienda più vicina si trova a tre chilometri di distanza e risulta poco agevole da raggiungere.

Sempre conservato nell’Archivio parrocchiale è del 1787 un documento che attesta l’assegnazione al Rev.Signor Cappellano della Chiesa Campestre di Villa Botteri; del 1885 è il Decreto con il quale di Vescovo di Acqui concede che venga impartita la Benedizione del S.S. Sacramento tutte le domeniche e feste dell’anno dietro richiesta degli abitanti della Villa. Siamo sul finire dell’800 e a causa della crisi agraria che interessa il Monferrato, diventa problematico mantenere la Cappellania e lo stipendio del Cappellano,per cui viene fatta una scrittura privata da parte dei parrocchiani della Villa per garantire il pagamento di una quota per gli oneri da sostenersi per il pagamento dello stipendio del Cappellano e per la manutenzione della Chiesa.

È del 13 febbraio del 1797, il testamento del “sig. Notaio Giacomo Bottero” ,in cui si legge: “..lascia l’obbligo di una messa giornaliera da celebrarsi in perpetuo nella Chiesa di san Giovanni Battista in questa Villa eretta in suffragio dell’animo suo, dei suoi ascendenti e secondo la sua pia intenzione a comodo degli abitanti di questa Villa, in sorte di quale Cappellania ha assegnato, come assegna li fondi infra descritti”. Seguono una serie di donazioni piuttosto cospicue di terre e di rendite tra cui: “ I pezzi di terra in Prato (…), pezzo di terra ai Piazzi (…) altro pezzo di terra in Prato(…), altro pezzo di terra in Prato (…),altro pezzo di terra sotto l’abbazia di Santo Stefano (…), pezzo di terra tenuta da Francesco Corsanico (…) , pezzo di terra sui fini di Carpeneto (…), altro pezzo di terra ai Bardoni (…)” e molte altre ancora. “In tutto dette somme quella di 364 lire e 19 soldi che sarà a beneficio del cappellano a titolo di elemosina per la celebrazione di dette messe quotidiane, a favore di quel cappellano che essendo in qualche maniera impedito da malattia o da altro motivo dovrà far supplire a detta celebrazione da qualche altro ecclesiastico in di lui vece (…)”

E ancora: “ Ha nominato e nomina esso signor testatore per cappellano di detta Cappellania Laicale,il sig, Alessandro Lanzavecchia di lui pronipote e figlio del sig. Giuseppe Maria Lanzavecchia di lui nipote,ammesso che sarà allo stato sacerdotale da cui non intendendosi di accettare tale Cappellania, oppure non pervenendo egli allo stato sacerdotale ha lasciato come lascia, la ragione di nominare detto cappellano alla famiglia del detto sig. Giuseppe Maria Lanzavecchia, (…) con preferenza sempre dei più vecchi delle stesse famiglie maschi(…) con l’incombenza di vigilare se il nominato tenga o faccia tenere da buon capo di famiglia ai beni in dote a questa cappellania , di adempire agli obblighi alla stessa ammessi con la facoltà in caso contrario di rimuoverlo e cercarne un altro (…) e che debba sempre preferirsi quel sacerdote o secolare che fosse nativo di questa Villa ed in grado di accetarla”.

La piccola Chiesa di Villa Botteri (Frazione principale di Trisobbio) ha un'origine molto antica, come dimostra l'affresco di S. Bovo, riscoperto pochi anni fà al suo interno; tuttavia ha subito le traversie del tempo e drastici rimaneggiamenti. Probabilmente l'orientamento della Chiesa originaria era diverso dall'attuale, le pitture risalgono a meno di 50 anni fà, al di sotto di esse traspare però la più antica decorazione ottocentesca.

Le cartoline sono parte della "Collezione privata di Gianluigi Giacobbe, Trisobbio".